
E’ la prova dei crolli annunciati, delle crepe nel palazzo di cartapesta, di una colonna fradicia che scendeva fino alla sala della mensa, delle stanze diventate tombe e della paura che da cinque mesi, ogni giorno e poi ogni notte, faceva tremare quei ragazzi. E’ la pianta della Casa dello studente. Una mappa finora introvabile che diventa una delle prove d’accusa principali nell’inchiesta sul crollo e sui morti nel palazzo dell’Adsu in via XX Settembre all’Aquila. Il ragazzo che l’ha scoperta tra le macerie, girando e scavando insieme ai vigili del fuoco il 7 aprile scorso, tra le lacrime e la polvere, per trovare i corpi degli otto amici morti, l’ha tenuta nascosta fino a ieri mattina, per consegnarla al Centro. Lo ha fatto per ridare la carica all’inchiesta, per chiedere giustizia e per urlare tutta la rabbia che ha ancora in corpo. Di questo studente non possiamo svelare il nome. Ma quella notte era nella sua stanza.
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