
lunedì 18 maggio 2009
E’ un documento eccezionale.

E’ la prova dei crolli annunciati, delle crepe nel palazzo di cartapesta, di una colonna fradicia che scendeva fino alla sala della mensa, delle stanze diventate tombe e della paura che da cinque mesi, ogni giorno e poi ogni notte, faceva tremare quei ragazzi. E’ la pianta della Casa dello studente. Una mappa finora introvabile che diventa una delle prove d’accusa principali nell’inchiesta sul crollo e sui morti nel palazzo dell’Adsu in via XX Settembre all’Aquila. Il ragazzo che l’ha scoperta tra le macerie, girando e scavando insieme ai vigili del fuoco il 7 aprile scorso, tra le lacrime e la polvere, per trovare i corpi degli otto amici morti, l’ha tenuta nascosta fino a ieri mattina, per consegnarla al Centro. Lo ha fatto per ridare la carica all’inchiesta, per chiedere giustizia e per urlare tutta la rabbia che ha ancora in corpo. Di questo studente non possiamo svelare il nome. Ma quella notte era nella sua stanza.
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