
domenica 17 maggio 2009
Quaranta giorni di tenda sono pesanti.

"Ti fiaccano dentro", raccontano Fabiana e suo marito Eugenio. "Nei primi giorni, quando eri contento perché comunque avevi salvato la vita, ti dicevi: "piano piano, ci salteremo fuori". Adesso, dopo quasi un mese e mezzo, questo "piano piano" non dà speranza ma angoscia. Sei qui, dal mattino alla sera, e quasi nulla cambia. Sei qui e non sai cosa farai domani o fra un mese. E intanto circolano le voci più strane. C'è chi si dà da fare, magari chiede i soldi per una casa che non ha mai avuto. Raccontano che, durante la guerra, qui all'Aquila un bombardamento distrusse la Zecca. Tanti si disperarono, perché erano morte alcune operaie Altri, invece, approfittarono delle bombe per rubare i soldi e qualcuno diventò ricco. Ecco, non vorremmo che succedesse una cosa simile. Noi siamo persone tranquille. Gente che lavora e paga le tasse. Gente che non chiede e ringrazia chi aiuta. Ma il "piano piano" oggi ci distrugge, perché il futuro non sembra lento ma assolutamente fermo".
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