lunedì 11 maggio 2009

IN UN CAMPO 50 CASI DI DISSENTERIA


Cinquanta malati in isolamento nelle tende causa diarrea. La colpa è tutta di un virus che nel giro di 20 ore ha perso la sua forza. È questa l'ultima delle «grane» che hanno dovuto risolvere i medici delle aree di accoglienza, il modo elegante con cui i cartelloni rossi della Protezione civile chiamano i campi degli sfollati. «Non ci sono allarmi diffusi», spiega il dirigente Asl. «Bisogna ragionare su un punto. In questo momento, nella città sparsa delle tendopoli, si vive una situazione del tutto particolare. La popolazione vive in maniera estremamente ravvicinata nei vari campi, dove ci sono le situazioni sociali le più disparate. In un contesto del genere, è facile che ci sia un deficit nell'igiene personale, il lavaggio delle mani e dei capelli, la cura della persona. In condizioni di popolazione assembrata è molto facile che possano esplodere piccole contaminazioni come diarree, pidocchi e sindromi respiratorie». Bronchiti, polmoniti e raffreddori non sono cessati. «Con 6 gradi di minima la notte mi sembra anche normale», spiega ancora Matricardi. «Dal punto di vista epidemiologico non ci sono situazioni degne di nota, ma in maniera puntiforme piccole esplosioni possono accadere». - IL CENTRO

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